In queste settimane ho acquistato alcuni nuovi cardiofrequenzimetri, alcuni per sfizio, altri per necessità. Incuriosito dalla tecnologia, mi sono un po’ documentato sulla tecnologia con la quale il lettore ottico rileva la frequenza cardiaca e ho scoperto un nuovo termine:
FOTOPLETISMOGRAFIA “Rilevazione della quantità di sangue presente in un segmento di arto ottenuta misurando l’intensità della luce riflessa o trasmessa dalla zona esplorata”
In sostanza, questa tecnologia ad infrarossi (presente anche in molti smart watch) sfrutta la luce che dal sensore passa nella pelle per quantificare un segnale digitale che corrisponde alla FC del soggetto che lo indossa. Curioso come non mai non ho perso tempo per confrontare i due sistemi di rilevazione della FC. Da buon rompiscatole, mi sono presentato dagli amici del CROSSFIT RED WALL e ho applicato al primo atleta che ho trovato in open box sia il sensore toracico (Polar H10) che quello a infrarossi sul braccio (Polar OH1). Dopo più di un ora di attività ecco i risultati:
Nell’immagine sono riportati vari dati della registrazione per ogni sensore utilizzato:
Minuti di registrazione
Fc media
Fc Max in % rispetto al massimo teorico (200-età)
Calorie bruciate
Tempo in ogni fascia di intensità (grafico a barre)
Tracciato cardiaco nel tempo
Al termine della registrazione non vi sono grandissime differenze, ma per chi ha seguito in diretta l’evento non può aver notato un particolare. Quando il soggetto variava la sua FC in manierao rapida, la risposta della fascia toracica era istantanea, mentre quella del lettore ottico molto più lenta. Questo particolare lo si può notare dal grafico nel tempo, mentre i dati statistici globali (media in particolare) sono praticamente sovrapponibili.
Consiglio personale: la fascia toracica rimane idonea è più appetibile per agonisti che devono monitorare con precisione alcuni dati, mentre il lettore ottico, comodo per come viene indossato (braccio/polso), risulta affidabile per valutazioni macroscopiche, specialmente in grandi tempi di registrazione (andamento cardiaco giornaliero) o comunque in attività dove non vi sono variazioni cardiache rapide ed imponenti.